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Quando le bugie tornano a casa | traduzione

Mi sono liberamente divertito qui, a beneficio delle persone serie (anche se forse la lettura farebbe assai più bene a un certo Jacopo Jacoboni o alla sedicente vignettara che si nasconde dietro il nome di Elena Visconti, e a altri loro consimili), a tradurre dall'inglese all'italiano un pezzo segnalatomi via Twitter dall'ottimo Prof. Vladimiro Giacché. Tra l'altro il pezzo richiama, anche se indirettamente, le responsabilità di certi personaggi nell'aver contribuito a detto disastro, perché anche sui social un autore conta. C'è chi, come i media statunitensi, vi mente per mesi anche su Twitter in Italia.

 

La fonte: https://www.theamericanconservative.com/

 

Qui di seguito, il pezzo, a cui rinvio il link perché a differenza di questa traduzione è ricco  a sua volta di link ipertestuali molto interessanti:

 

https://www.theamericanconservative.com/articles/when-the-lies-come-home/

 


Quando le bugie tornano a casa

 

 

Dopo aver mentito per mesi, i media stanno preparando il pubblico al collasso militare dell'Ucraina.

 

 

di Douglas MCGREGOR

 

 

Diogene, uno degli antichi illustri filosofi del mondo, credeva che le menzogne fossero la moneta corrente della politica e si prese il compito di svelarle e screditarle. Per farsi capire, di quando in quando, Diogene portava con sé per le vie di Atene una lanterna accesa in pieno giorno, e se glie ne chiedevano la ragione egli replicava di star cercando un uomo che fosse onesto.

 

 

 

Trovare una persona onesta a Washington DC oggi, è ugualmente impegnativo. Diogene dovrebbe girare con un faretto allo Xeno per mano.

 

 

 

Ancora, però, si manifestano dei brevi momenti di chiarezza in seno al notabilato di Washington. Avendo mentito prolificamente per mesi al pubblico americano sulle origini e la condotta della guerra in Ucraina, i media stanno ora preparando gli Statunitensi, gli Inglesi e gli altri occidentali per il collasso militare dell'Ucraina, rinviato sin troppo a lungo.

 

 

 

I media occidentali hanno fatto qualsiasi cosa fosse in loro potere per dare alle difese ucraine l'apparenza di una forza assai più consistente delle reali dimensioni. Osservatori prudenti hanno notato che i medesimi video dei tank russi sotto attacco erano riproposti più volte come se fossero nuovi episodi. Contrattacchi locali erano presentati come manovre operative su larga scala.

 

 

 

Gli errori russi sono stati esagerati ben oltre la reale portata effettiva. Le cifre sulle perdite russe e il vero ammontare di quelle ucraine sono state distorte, inventate a arte, o semplicemente ignorate. Ma a poco a poco le condizioni sul campo si stavano modificando. Una volta che le forze difensive ucraine si sono immobilizzate nella difesa statica all'interno delle aree urbane e nel Donbass centrale, la posizione ucraina si è fatta disperata. Ma questo sviluppo degli eventi è stato dipinto [NdT: dai media] come il fallimento dei Russi nel conseguire i "loro obiettivi".

 

 

 

Forze combattenti di terra che immobilizzano i loro soldati in difese predisposte saranno identificati, bersagliati, distrutti a distanza. Quando persistenti e sovrastanti mezzi di intelligence, sorveglianza e ricognizione, non importa se a guida umana o automatizzati, sono connessi a armi di precisione teleguidate o moderni sistemi d'artiglieria forniti di dati accurati, "tenere la posizione" è fatale per qualsiasi forza a terra. Ciò è ancora più vero in Ucraina, poiché è stato evidente, sin dalle prime azioni sul campo, che Mosca si è concentrata sulla distruzione delle forze ucraine, non sull'occupazione delle città o la cattura di territori ucraini a ovest del fiume Dnieper.

 

 

 

Il risultato è stato la cannibalizzazione pezzo dopo pezzo delle forze ucraine. Solo l'occasionale trasfusione di armamenti statunitensi e alleati ha permesso alle sbatacchiate legioni ucraine di restare sul campo, legioni che ora stanno morendo in gran numero grazie alla guerra-a-distanza attuata da Washington.

 

 

 

La guerra di Kiev contro Mosca è perduta. Le forze ucraine sono dissanguate. Rimpiazzi addestrati non sono disponibili in numero sufficiente per influenzare il corso dello scontro e la situazione si fa sempre più disperata di ora in ora. Nessun quantitativo di assistenza e aiuti USA e alleati a parte il diretto intervento militare delle forze terrestri USA e NATO può cambiare questa cruda realtà.

 

 

 

Oggi il problema non è cedere territorio e popolazione a Mosca nell'Ucraina orientale, che già Mosca sta controllando. Il futuro delle regioni di Kherson e Zaporozhye così come quello del Donbass è deciso. Mosca sta anche per aggiudicarsi Kharkov e Odessa, due città che sono storicamente russe e a maggioranza russofona, così come i territori circostanti. Queste operazioni estenderanno il conflitto a tutta l'estate. Il problema ora è come fermare i combattimenti.

 

 

 

Se lo scontro cesserà nell'autunno ciò dipenderà da due fattori chiave. Il primo riguarda chi comanda a Kiev. Il governo Zelensky acconsentirà al programma Biden per il conflitto perpetuo con la Russia?

 

 

 

Se l'Amministrazione Biden potrà agire Kiev continuerà a operare come base per allestire nuove forze in grado di minacciare Mosca. In pratica ciò significa che Kiev commetterà un suicidio nazionale esponendo il cuore dell'Ucraina a ovest della Dnieper a massicci, devastanti attacchi di missili a lungo raggio e razzi russi.

 

 

 

Ovviamente un simile esito non è inevitabile. Berlino, Parigi, Roma, Budapest, Bucarest, Sofia, Vilnus, Riga, Tallinn e, sì, persino Varsavia non devono per forza seguire ciecamente la guida di Washington. Gli Europei, così come molti Americani, stanno guardando nell'abisso del totalizzante rovesciamento economico creato dalle politiche di Biden a casa sua. Ma a differenza degli Americani, costretti a venire a patti con le conseguenze delle sciagurate politiche di Biden, i governi europei possono sganciarsi dal piano Biden di guerra perpetua per l'Ucraina.

 

 

 

Il secondo fattore concerne la stessa Washington. Avendo versato più di 60 miliardi di dollari al tasso di poco meno di 18 miliardi al mese in trasferimenti diretti o indiretti a favore di uno Stato ucraino che si sta sbriciolando, la domanda importante è: che cosa succederà a milioni di Ucraini impossibilitati a scappare nel resto del Paese? E dove saranno reperibili fondi per ricostruire la devastata società ucraina durante un'emergenza economica globale in atto?

 

 

 

Quando già l'inflazione costa quest'anno a una famiglia media statunitense un extra di 460 USD al mese per comprare la stessa quantità di beni e servizi di cui disponeva l'anno precedente, è altrettanto possibile che l'Ucraina possa affondare fra i flutti come il Titanic senza suscitare grande preoccupazione nell'elettorato occidentale. Politici d'esperienza sanno che il grado di attenzione riservato dagli Statunitensi a fatti che sono oltre il confine è così labile che l'ammissione di una disfatta in Ucraina avrà poche o persino nessuna conseguenza.

 

 

 

Nondimeno, gli effetti di ripetuti fallimenti strategici in Afganistan, Iraq, Libia e Siria sono cumulativi. Negli anni Ottanta del secolo scorso la General Motors pretendeva di decidere quale auto avrebbero acquistato gli Statunitensi. Ma i consumatori americani sono stati di diverso avviso.Questo spiega perché GM, che aveva dominato il mercato dell'auto per 77 anni, perse il podio per la Toyota. Washington non può dettare legge su ogni cosa e non può sfuggire per sempre alla resa dei conti per aver dissipato e aver rovinato la prosperità americana!

 

 

 

In novembre gli Statunitensi andranno alle urne. La stessa elezione farà ben più che testare la tenuta del processo elettorale americano. L'elezione sembra anche assicurare che Biden sarà ricordato per la sua cocciutaggine, per il rifiuto di cambiare corso, come fece Herbert Hoover nel 1932. I Dem si ricorderanno che i loro predecessori nel medesimo partito avevano corso con successo contro Hoover per più di mezzo secolo. I Repubblicani potrebbero finire per correre contro Biden per i prossimi 50 anni.


-Douglas McGregor, colonnello in ritiro è membro anziano dell'American Conservative, ex consigliere del Segretario alla Difesa dell'Amministrazione Trump, un veterano combattente decorato e autore di cinque libri.