La tragedia costituita da un'emergenza nazionale, come il COVID-19 ha almeno un risvolto significativo e utile. Come ogni questione che ponga una collettività ampia di fronte al pericolo.
Quale? Venite a scoprirlo...
Svela il vero e smantella le ipocrisie.
Esattamente come i Lager nazisti, che, nella narrazione di Art Spiegelman, hanno insegnato a Spiegelman senior la natura delle relazioni umane. Ossia il fatto che se lasci un mucchio di persone
senza cibo - anche gli amici si rivelano per quel che sono, degli egoisti farabutti.
Così abbiamo il dispiacere, ma non certo la sorpresa (del resto abbiamo letto Maus dieci anni fa), di scoprire che persino per la letteratura specializzata e l'informazione
di settore i docenti non sono che dei parchimetri. In uno squallido megaparcheggio pubblico.
Lo dice non l'ennesimo leccabicchieri da bar o il perditempo cazzar-socialaro, ma una rivista della stampa specializzata, fatta, si
presumeva, da docenti per i docenti, o perlomeno frutto di persone che coi docenti dovrebbero condividere istanze e finalità. Ora, che lo fossimo per le famiglie era da tempo
evidente, finalmente per fortuna lo ammette anche chi ci informa sul mondo della Scuola.
Perché è esattamente questa la vera funzione a noi attribuita anche dalle riviste che dovrebbero stare dalla nostra parte e occuparsi di scuola. Perché è questa la verità, senza scuse, se a
fronte della chiusura totale degli istituti su scala nazionale la prima preoccupazione dell'articolista, nella fattispecie Alessandro GIULIANI, non è che ai ragazzi mancherà
del tempo per imparare da professionisti cose essenziali per il successo nella vita, quanto piuttosto (ciò è detto in modo esplicito e inequivocabile):
«Così le famiglie si ritroverebbero obbligate ad organizzarsi, con pochissimo tempo a disposizione, per trovare soluzioni relative al “controllo” dei loro figli per tutto il tempo normalmente passato a scuola»
Il nostro Giuliani ha usato un lemma burocratico. Noi docenti ormai da trent'anni abbiamo appreso che significa:
"PARCHEGGIO"
Con sentiti ringraziamenti all'articolista e alla rivista "Tecnica della Scuola" per l'onestà dimostrata.
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