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Bestiario (dis)umano

Sono una persona portata a raccogliere, catalogare, collegare informazioni. È la mia natura più animale e genuina. Non posso né voglio farci nulla.

 

I recentissimi grandi e piccoli avvenimenti di questi ultimi tempi sono come sempre una serie di costellazioni che riesco a poter leggere per mio beneficio, anche se la mia personale lettura non è trasparente agli uomini, tranne che all'unica persona umana che sia con me, in ogni senso. In tempi di paure più o meno grandi, più o meno vere, gli uomini si rivelano per quel che sono. E non è mai un bello spettacolo.

 

Fra lupi, pecore e altre bestie, gli esseri umani mi regalano sempre costanti disillusioni e delusioni, ma con l'età, per compensare il ridursi delle prestazioni fisiche, sono almeno sempre più veloce a interpretare i segnali che questo bestiario (dis)umano manda. Fari nella nebbia o orme nel fango, fate voi. Immaginate pure lo scenario che vi piace di più. Anche  e soprattutto sono capace di leggere sempre più attraverso i microsegnali, attraverso le più sottili crepe delle maschere che ognuno indossa, dei totem, delle apparenze, pretese e finzioni di ogni genere. Alcuni travestimenti sono più artificiosi, altri sono più consapevoli di esserlo anche a chi per primo indossa la pelle della pecora o del lupo, o dell'altro simbolico animale con cui questa persona vuole essere ricordata nella grande colossale gabbia della società umana.

 

Una prigione innanzi tutto. Un luogo molto tetro a dispetto di ogni apparenza. Così perlomeno scopro subito che non vale la pena abbordare il solito gregge, o branco, o gruppo di animali-bipedi. Sono da diffidente diventato anche assai disgustato. Paranoico da sempre non perderò questa mia pelle difensiva. Però che pena ogni volta assistere all'ennesimo svelamento, alla consueta sensazione che non esista alcuna coerenza dietro le pellicce più esibite, vantate, esposte e proclamate. Soprattutto quando l'eterno apparato carnevalesco che indossate è particolarmente roboante e smargiasso.

 

Il solo mondo vero è quello dei miei gatti o del bosco presso cui vivo quando posso e ogni volta che posso. Un mondo estremamente negletto ma assai caro. Certo, fra gli umani puoi giocare a vedere quanto si possa essere pericolosi e infidi gli uni per gli altri, un brivido che mi compiaccio di provare quando incontro gente che tutto è tranne che una fauna stupida. Tutt'altro che stupida. Quindi pericolosissima. In questo sta l'unico moto di ammirazione che provo. Sempre meno, numericamente, quindi il brivido è forte, ma sempre fauna umana è. Fondamentalmente insincera. Spero quindi di navigare sempre più solo e con sempre più bestie. Vere. A costo di sembrarvi un imbecille.

 

Per tutte le bestie che vi vantate di sembrare

tendete tutti a essere come una specie sola.

Almeno in quello che più conta e vi fa uguali.

Le pecore.