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Il Ganzo Bello

 Bello Figo.
Io non dovrei proprio dirlo, ma questo Lucignolo del Terzo millennio mondialista e meticcio comincio quasi a amarlo.  
Amarlo, oh déi... Affezionarmici, perlomeno: neanche nell'arco di due mesi mi ha regalato due soddisfazioni clamorose, oltretutto nella mia ex-regione e a un livello sociale e simbolico molto profondo, perché di lui si può certamente dire di tutto, e il contrario di tutto; ma la cosa più sicura è che egli sia la realizzazione perfetta dell'*Italian dream* per gli immigrati. È proprio da qui che è bello partire!

 


*Hai mai visto uno che flexa che si tira indietro?!*
Bello Figo

È bello partire da questo, perché Bello Figo ne ha fatta di strada, **proprio come desideravano tutti coloro che lo hanno ammirato e seguito nella sua carriera,**eppure, meglio del Ragazzo della Via Gluck, ha capito cinicamente come comportarsi, con enorme vantaggio personale. Oltretutto è anche un Lucignolo sfacciatamente sincero e *ci tiene proprio* a far sapere che ai suoi benefattori bianchi **lui sputa in faccia**. E gli sputa in faccia tanto più catarrosamente e clamorosamente quanto più essi hanno fatto, e fanno il tifo per lui e i suoi fratelli africani. Quanto più essi gli offrono, tanto più egli pretende. Come il Franti delle peggiori favole lui si fa un punto d'onore a rispondere all'affetto con l'arroganza, alla disponibilità con le pretese, alla mansuetudine con la cafoneria, alla generosità con una rapacità ferina, all'amicizia con la simbolica (per ora) pugnalata fra le scapole, e alla bontà terzomondista con un bel monumentale epigrafico:

*Siete dei poveracci di merda!*
**Bello Figo**


 Dei poveracci di merda... Questa e altre generose dimostrazioni umanissime di riconoscenza, fratellanza e rispetto, il nostro le tributa al **Teatrino delle Commedie** di Livorno, agli organizzatori del concerto (un certo Circolino)  e alla popolazione tutta. 

Sì perché Bello Figo, doveva esibirsi fra qualche giorno, il 26 Gennaio prossimo nella città labronica. Ma non lo farà. Non lo farà perché - parole sue - i Livornesi, gli organizzatori, i giornalisti in primis che avrebbero accampato la paura per le critiche sul Video all'UniPI, "sono troppo fake", "dei senza figa" e presumibilmente dei morti di fame, mancando dei 5mila o 10mila euro per avere il piacere della sua meravigliosa presenza artistica e umana! "Datemi 5 o 10mila euro vedrete come me la sento!" ha detto nella lingua nazionale, peraltro così ben coltivata per riconoscenza e amicizia.  E, signori, parole del genere accompagnate da un pezzo dello scorso 4 marzo 2017 [1] alla firma di David Evangelisti su "FQMagazine" Cultura (cultura... si vabbeh....) non sono che un pregiatissimo vino da collezione o da cantina segreta, uno cherry meglio del fantastico Ammontillado di Poe, un nettare da sorseggiare, centellinare, assaporare con paradisiaca gioia! Gioia! Gioia, viste le premesse, la logica con cui è stato incoraggiato qualcuno a comportarsi come si è visto, e considerato "quanto dato e quanto avuto" dai protagonisti di questa vicenda.


*Se non avete soldi, non rompete il cazzo!*
**Bello Figo**

Il tempo è galantuomo con tutti, ma noi solo con chi lo merita, pertanto il pezzo che abbiamo ripescato dall'archivio, già un capolavoro di intenti dal titolone (BelloFigo, Livorno sfida insulti e minacce e fa cantare il rapper: “Non capirlo è impossibile, noi ribelli come lui”), è citato qui in quanto rappresentativo e da tempo dell'accoglienza sperticata e supina che i Livornesi e la 'cultura' mondialista hanno tributato a questo *enfant terrible*. All'epoca costoro, se non ricambiati nel profondo del cuore, almeno furono ricambiati con un concerto, quando il nostro eroe nero aveva pretese meno principesche. L'evento, celebrato da Repubblica e altre testate, ovviamente lo era in quanto canto di rivolta all'oppressione bianca, un inno alla "ribellione" nel segno della labronicità, della multiculturalità, dell'accoglienza, dell'antirazzismo eccetera, eccetera, eccetera... Vi risparmiamo lo stucchevole pezzo di FQMag, tranne che per l'emozionante intervento del - riteniamo non più in carica - assessore Belais (che da vero "Repubblicano", nel senso del giornale a tiratura nazionale, si è naturalmente sempre speso per una militanza "antifa" e "multira"):

“Livorno nasce storicamente dall’incontro di tante comunità diverse: lo spirito d’accoglienza è nel dna della città che nello stesso momento ama andare controcorrente. Mi piace lo spirito ‘ribelle’ degli organizzatori. In altre parti d’Italia Bello FiGo non ha potuto esibirsi? A Livorno può farlo.”
**Francesco BELAIS** all'epoca assessore del Comune di Livorno


 Si vede, neanche due annetti dopo, o che l'idillio si è rotto, almeno da un lato, o che il nostro oggi ha fatto abbastanza soldi - se non proprio da snobbare chi strisci a spompinarlo, perlomeno a selezionare fra città-groupie povere e città-groupie munite di generoso cachet. E ha ripagato i Livornesi esattamente con la stessa moneta di insulti e catarri schiodata poco fa sulla mano tesa di Pisa e della sua comunità civile e studentesca, altrettanto pronta come Livorno a gareggiare nella lotta di cultura e nella "scelta antifascista". Ci è piaciuto far notare a suo tempo che i primi si sono beccati lo sfregio del raid in Facoltà e della mercificazione sia pure metaforica e narrativa delle donne toscane e livornesi.

**Ora anche i mondialisti e antifascisti livornesi sono serviti a puntino come i mondialisti e antifascisti pisani.** E ce ne dispiace se mai esclusivamente per i Pisani e Livornesi che non hanno neanche incoraggiato, questo rapper, o lo hanno considerato come meriterebbe in un paese civile e con un popolo che avesse rispetto di sé stesso, a partire dal mero piano  biologico, esistenziale, etnico e nazionale. Questi miei sfortunati concittadini, va da sé, non sono naturalmente oggetto di simili constatazioni e del resto del nostro ragionamento. 

Non possiamo sapere cosa accadrà nell'immediato futuro, può essere che alla fin fine qualcuno convinca il rapper chissà come, magari infilandogli nel presunto superdotato pacco qualche rotolo di euri, con preghiera di sbottonarsi la patta e l'ugola per un nuovo abbraccio antifa e una serata di riconciliazione etnico-vippara, o offrendogli le grazie di qualche fanciulla locale, o trovando meno poeticamente ma più prosaicamente una combina, come s'usa tra una triste e rassegnata moglie angariata e cornuta, e il guappo che le fa quasi il favore di farsi riaprire la porta, ritornare a casa dopo aver chiavato chi sa dove e chi sa chi, e farsi stirare i calzoni dopo le sberle. L'articolo del FQMag celebrava Livorno come "città della beffa e dello sberleffo". Non potran dire che il nostro amico non li abbia **generosamente accontentati**, ma si sa, le ingiurie e il disprezzo non costano nulla. Mica come le altre sbandierate abitudini del "cantante":

"Io 2k li spendo solo in vestiti Gucci e in accessori"
**Bello Figo**

Perchè Bello Figo, e il figo è arrivare proprio qua dove siamo, è inarrivabilmente *ganzo*, tanto per utilizzare un lemma labronico. Così ganzo da ridurre tutti i suoi fan, pisani e livornesi, a partire da quelli con più peli sullo stomaco, via via in peggiorando, a farsi trattare così. E, signori, non è poco, ritenuta la caratura morale e umana e la dignità che ci aspettiamo di poter ritrovare nel nostro prossimo a Livorno e in Pisa. Del resto c'è chi ha la dignità di farsi rispettare e chi no. Al netto degli antifa e dei poveracci in ispirito (per noi) e forse dei poveracci-di-merda, per Bello. 

Figo.
 

 [1]
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/04/bellofigo-livorno-sfida-insulti-e-minacce-e-fa-cantare-il-rapper-non-capirlo-e-impossibile-noi-ribelli-come-lui/3429401/

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